11 settembre, 2005

Questione di morale

Affrancarsi dalla propria morale e' un gesto forte, direi estremo, al quale seguono necessariamente contraccolpi.

Ho subito in prima persona l'affrancarsi altrui da una morale che molto ben conoscevo, direi perfino in maniera quasi assoluta, una morale che si puo' giudicare complessivamente atta al bene, per indicarne grezzamente la sostanziale mancanza di pulsioni maligne.

Un affrancarsi, si diceva, che si e' concretizzato in un gesto inteso senza mezzi termini a farmi del male, volutamente, con intenzione, con cura e cinismo, per certi versi stupefacenti.

Un far male che ha poco di diverso dall'affondare una lama nelle carni altrui, un far male che mi ha disgustato fino alla nausea, prima ancora che addolorarmi profondamente.

Vi e' senz'altro della temerarieta' in un gesto simile.

Se la premessa e' che affrancarsi dalla propria morale sia complesso, e' pure altrattanto vero che non e' affatto impossibile.

A ben pensarci, potrei infine fare lo stesso, per il gusto della vendetta o solo per provare qualche nuova via.

Di certo, tra le prime iniziative, restituirei quel favore.

A scanso di equivoci, in sunto, questa e' una minaccia.

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