29 agosto, 2008

Sesso.

Ieri mi sono trovato immischiato in una discussione teologica. Una ragazza, critica nei confronti del Cristianesimo Cattolico, e io che smontavo abbastanza efficacemente le sue posizioni, per quello per cui e' valso.

La faccenda realmente interessante, a parte l'acquisizione del fatto che tutti gli illuminati anticristiani ripetono sempre le stesse cose, e' che statisticamente il punto realmente dolente riguarda l'imposizione di un comportamento da parte della religione riguardo l sesso.

Di fatto, mi sono convinto che queste persone non abbiano una vera anticristianita' nel sangue, come potrebbe averla un estremista animista o qualcosa del genere.

Quello che li fa' attaccare con veemenza e acrimonia la religione e' la supposta negazione da parte della stessa di una liberta', e piu' in particolare alla liberta' di fare sesso a volonta'.

Due millenni di storia cristiana cattolica messa all'indice perche', tra le mille e mille sfumature che vanno dal mistico al teologico al filosofico al pratico al morale, perche', per la miseria, non posso copulare quando e come voglio.

E' come se di fronte ad un supercomputer senziente, si scuotesse la testa e lo si liquidasse perche' il colore della tastiera non ci piace.

La questione "sessuale", che in realta' logora la Chiesa da un bel pezzo, deve rappresentare il motivo dell'abbandono dei credenti nella stragrande maggioranza dei casi.

Ma in effetti, qual'e' il cuore del problema sessuale con la religione?

Sono convinto che il problema sia da analizzare un poco piu' a monte.

Qual'e' il cuore del problema suscitato da una limitazione qualsivoglia all'attivita' sessuale?

E ancora piu' in alto: come viene utilizzata l'attivita' sessuale in questi anni?

Questa e' la chiave di volta, a mio credere, dell'intero sistema.

Il sesso viene utilizzato per il piacere che procura, piu' che all'interno di un sistema sensato. Con "sistema sensato" mi riferisco alla sovrastruttura emotiva che dovrebbe coinvolgere la pratica sessuale.

Ma il sotrrarsi del sesso da un sistema emotivo, ci fa salire di un altro gradino: cosa differenzia il piacere del sesso dagli altri piaceri?

Consumismo: acquisto di beni che danno effimero piacere.
Le droghe: cocaina, alcool, cannabis indica, MDMA
Sono solo due esempi.

Ma non tutti sono abbastanza ricchi, non tutti hanno il coraggio o mancano del buon senso a tal punto da addentrarsi nel mondo in salita dell'uso sistematico di uno stupefacente.

Cosa rimane nell'arido panorama di una vita sostanzialmente priva di una direzione che non sia quella data dal lavoro, al meglio?

Dopo tutto, ciascuno ha gli organi sessuali e l'impulso omonino. Non il sesso non fa male, non impoverisce.

Quindi si accetta l'impossibilita' di comperarsi cio' che si vuole, si subisce la proibizione dell'uso delle droghe, si accettano barbarie limitazioni alla liberta' individuale, tuttavia rimane impensabile accettare ANCHE una regolamentazione sessuale. Che quindi viene attaccata ad alzo zero.

Da qui la ridiscesa a piombo alla repulsione verso il Cattolicesimo Cattolico, che propone in effetti una limitazione, una regola nell'attivita' sessuale.

Impossibile da accettare, impossibile da considerare nemmeno come ipotesi.
Cosi' si corre come topi in trappola contenti di aver trovato una strada nel labirinto, e decisi a non lasciarsela sfuggire, a qualsiasi costo, anche al punto di rinnegare il senso religioso in senso ampio, una delle costituenti dell'Uomo in quanto tale, addirittura secondo la beneamata Scienza.

Come ci insegna il senso comune del 2008, non pensare troppo e cerca il piacere. Non importa cosa si perde o cosa si massacra, nella ricerca.

Anche l'Edonismo di antica fama e' piu' sensato

La via del topo, quindi, e' una sola: correre verso il formaggio, sputa sopra ogni altra alternativa, e per favore, dimenticatare che il formaggio, beh, quello non lo raggiungerai comunque mai.

27 agosto, 2008

Decalogo dell'Assassino


E' tempo ancora una volta di razionalizzare. Dopo lunghissimi mesi di sperimentazione raminga, di fughe e guerriglia, si sta tornando alla societa', alla Ragione. Infame Ragione.

E' ancora tempo di battaglie perse, di arretramenti di fronte, di fughe, occhi spalancati dalla paura, per cuniculi e ridotte di fortini una volta saldamente in mia mano.

Tonero' con le pive nel sacco, e qualche nuova cicatrice, a ricorrere ad uno Stato Maggiore che se infischia, in fondo, della Guerra Eterna, ma che potrebbe darmi gli strumenti per vincerla a mio modo.

Nel mentre, ho assemblato per necessita' un altro manifesto.

Il primo, tutt'ora il piu' valido, e' il Manifesto del Soldato:

http://www.shub.it/blog/2006/01/manifesto-del-soldato.html

Ora, purtroppo, posso proporre il Manifesto dell'Assassino:

1) Non avere una famiglia
2) Non avere amici
3) Non avere amanti
4) Usa le donne, se ne sei capace. Puoi farne comunque a meno.
5) Odia tutte le persone, maschi, femmine, di ogni razza, religione, mestiere, animo.
6) Odia ciascuno a priori, e se sei insicuro cerca un motivo per odiare: c'e' sempre.
7) Sarai sempre solo, ama la solitudine, ogni giorno in solitudine ti spezza per ricomporti piu' arido, quindi piu' duro, quindi piu' portato alla sopravvivenza.
8) Pensa sempre di essere il piu' forte. Se non lo sei, morirai.
9) La morte e' un dato di fatto, la si attende in silenzio.
10) Uccidi senza pieta', senza coscienza di uccidere, senza senso alcuno, senza scrupolo di sorta.
11) Con il coltello taglia arterie e vene del collo, con l'arma da fuoco due colpi al petto e uno alla testa.
12) Alla galera, preferisci la morte di tua mano.

Buon lavoro.