12 marzo, 2011

Scelte impossibili


Penso che solo a pochi sia dovuto di sopportare l'immenso stridore della roccia della realtà contro la pietra della bellezza.

Non è certo un privilegio. E' piuttosto un fenomeno che può essere considerato un onore, per non cedere all'idea che sia un immenso e dolorante fardello.

E' come volare raso sul mare calmo di smeraldo, e cabrare nel cielo azzurro e poi blu, e sentire al contempo che si sta provando qualcosa che non è reale, anzi, di deleterio.

Un'allucinazione è reale quanto basta per non poterla distinguere da ciò che “è” realmente, senza volersi qui addentrare nei meandri delle affascinanti teorie sulla conoscenza.
La bellezza, invece, ha un preciso grado di realtà.

Quando i fortunati la percepiscono come dato ontologico, e tuttavia, presto o tardi, la vedono collidere come una stella silenziosa con una singolarità, un buco nero di realtà, essi rilevando l'impossibilità per ella di continuare ad essere ciò che fino a quel momento è stata, ebbene, costoro devono operare una scelta.

Già membri per caso di un gruppo relativamente ristretto, essi possono decidere di cedere ai laccioli del buon senso, e ridefinire le coordinate nelle quali si spostano la bellezza e la realtà, caso più comune, in modo che la prima sia subordinata alla seconda.

Oppure, possono rimanere incantati dalla bellezza al punto di ridefinire le coordinate della propria percezione della realtà in modo tale per il quale la realtà diviene subordinata alla bellezza, la quale esiste ed esiste, e cui quella che è l'ontologicamente immodificabile realtà, si piega, o così pare, come acqua che, colpita da un sasso, inevitabilmente si deforma, creando delle onde circolari.

Ecco che, nel secondo caso, si manifesta il sogno categorico, il sogno come dato di realtà.

Del resto, chi sceglie la seconda via, dilaga nella realtà, divenendo fondante la realtà stessa ed andando in contro ad un balzello molto caro.

Tecnicamente parlando, in effetti questo approccio non è funzionale alla buona riuscita di una vita umana. E' piuttosto funzionale all'immolare la propria personalità all'Idea, un atteggiamento probabilmente nevrotico.

D'altro canto, c'è sempre una scelta fra le due posizioni: abbandonare o relativizzare il sogno, oppure eleggerlo a realtà effettiva. A volte la scelta e' consapevole, a volte no.

L'arte che pochi, e a caro prezzo, praticano, è rimanere quanto possibile in equilibrio sulla lama della scelta, guardando da lontano la bellezza assoluta, e soffrendo infinitamente i morsi di una realtà che non si accetta interamente, e di cui pure si bisogna.

Si è pazzi, ed eroi, ed idioti, tutte le tre cose ad un tempo: perchè si vive non bene, e si lascia dietro di se' poco o niente, ma si gode del sogno puro.

Eppure, come rinunciare alla bellezza assoluta! Non ne sarò capace probabilmente mai, e questo mi costerà amicizie, fortune, amore, e forse la vita.

1 commento:

Paolarosa ha detto...

siamo fatti per stare al mondo ,infatti si dice di un bimbo che è venuto al mondo, non per vivere in un sogno .non è per questo che siamo nati