07 dicembre, 2005

A che fare con la luna

Lavorare la notte presenta innumerevoli vantaggi.

Uno di questi e' captare i momenti della giornata da un punto di vista un po' diverso dal solito.

Svegliarsi quando la citta' si rifugia nei bar a mangiare un panino per pranzo, e percorrere le strade vuote di Milano nel primo pomeriggio, deserte di vita e di promesse.

Saltare pranzi e cene, sfigurando, come all'opera si di un diamante grezzo, la stabilita' dei ritmi, per ricavarne una pietra lavorata, ed unica.

Smettere quando gli altri iniziano, iniziare quando gli altri smettono, le notti si fanno giorno ed i giorni notte, trilla nel sangue l'ambizione, e al risveglio non c'e' spazio per i dubbi.

La solitudine e' uno degli scotti da pagare, ma e' mia compagna fidata dei momenti piu' importanti da sempre, che mi piaccia o meno, quindi l'accetto di buon grado e non disturbo gli uomini e le donne che mi scorrono a fianco, veloci ed irraggiungibili quanto vagoni di un treno in corsa osservati da un palmo di distanza.

Solo, con musiche, pensieri, parole per nessuno, nelle notti che si fanno giorno, orologi che segnano orari assurdi e stravaganti, come i luoghi dove compro da mangiare e da bere, fuori dai canoni del senso comune.

All'alba giunge la mia notte.

E questa notte, al ritorno, mi ha accolto la luna crescente. Confesso che ho cercato di ignorarla, per un po'.

Poi si e' stagliata, come usa fare quando esige la mia attenzione, tra le case, e non ho potuto piu' fare a meno di tributarle ancora il mio amore sempiterno, bianca come la pelle di una dea sul cupo blu del cielo di Milano spazzato dai venti gelati.

Vorrei dare qualcosa in cambio alla luna, compagna instancabile e suprema della solitudine, simbolo stesso della solitudine, per tutte le serate che si e' concessa a me senza pudori.

Spesso le gridavo "Non piangere o luna, presto moriro' " ... ma la mia morte non le servirebbe, non la lusingherebbe punto, senza dubbio non piu' del molcersi del mio animo, quando solitario ella, tra i palazzi di questa silenziosa citta', mi si offre come unica compagna, in attesa di un futuro qualsiasi, la cui attuazione sembra, in quegli istanti, inutile nemmeno prendere in considerazione come eventualita' possibile.

Quando ho a che fare con la luna, sono vicino ai miei limiti, di fronte alla mia Nemesi.

A me e' sempre piaciuto avere a che fare con la luna.

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