10 novembre, 2005

Contro il buon senso

Si tratta, in buona sostanza, di accettare dei limiti.

Quand'anche si sapesse per certo che in potenza si potrebbero realizzare le piu' mirabolanti ipotesi, e si vivesse nell'evidenza della mancanza di questi risultati, non sarebbe forse saggio accettare lo status quo?

Veleggiare nei maelstrom e' forse utile? Lo e' stato superare le Colonne d'Ercole?

Due esempi identici ed opposti, dove il coraggio o l'avventatezza o la fede hanno portato in un caso la morte, in un altro la maggior gloria.

Ma prima dell'atto, nessuno avrebbe potuto mai predire, sapere, cosa sarebbe successo: il buon senso, che arda, avrebbe dissuaso da entrambe le imprese.

Dunque, e' giusto gettarsi tra le fiamme della possibilita' consci del costo, o accettare il limite e pascolare nell'ovino prato arido del quieto vivere?

Ebbene, chiniamo la testa di fronte al buon senso, confezioniamoci una bolla di tranquille fandonie, ma che nessuno mai parli ancora di qualcosa di simile ad una vita degna di essere vissuta.

E peggio che mai, nessuno predichi ancora il saggio uso del buon senso: sono ottusi coloro i quali credono che non vi siano uomini disposti a morire in un maelstrom, pur di sentirsi vivi, convinti che con un po' di buon senso si potrebbe stare senz'altro meglio, pascolando erba secca, che, dopo tutto, pur sempre, il buon senso lo dice, e' foraggio.

C'e' chi deve vivere un secolo brucando, e chi deve morire per niente, con gli occhi luccicanti di ebbrezza, in un maelstrom.

Chi puo' capire, e' gia' morto.

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