22 ottobre, 2005

Vento di Shamal sulle tende della Settima

Nel 1941, il generale maggiore Erwin Rommel fu posto a capo della Settima divisione Panzer, al comando della quale dovette condurre operazioni belliche in Africa: si tratta del celebre Africa Korps.

Rommel dovette affrontare una serie di situazioni estremamente varia, sia dal punto di vista tattico che strategico.
In particolare, Rommel ritenne estremamente importante la presa di Tobruk, una cittadina marittima in Libia, porto strategicamente significativo.

Il 12 gennaio 1941 Tobruk era stata conquistata da truppe australiane e britanniche. Per propria conformazione, Tobruk era una roccaforte pressoche' imprendibile, e le fortificazioni alleate ne avevano reso, grazie ad una serie di ridotte e avamposti, ulteriormente difficile la conquista.

Il 10 aprile 1941 Rommel sferro' il primo di una lunga serie di attacchi, che sfociarono in un nulla di fatto. Rommel sacrifico' tempo, uomini e mezzi in un lungo assedio che non riusci' a piegare i soldati alleati, supportati dall'artiglieria pesante della marina britannica, che incrociava indisturbata nelle acque di Tobruk, grazie alla presenza alleata a Malta, mai conquistata dall'Asse, nonostante le ripetute e pressanti richieste in merito inoltrate da Rommel a Berlino.

Tobruk rimase un chiodo fisso nella testa di Rommel, e benche' l'offensiva del '41 non portasse alla caduta della citta', egli non smise mai di considerarne fondamentale la presa. Oltre all'assedio posto a Tobruk, Rommel, con la propria Settima Panzer, fronteggio’ tre offensive alleate atte a rompere dall'esterno l'assedio alla citta', riuscendo addirittura a conquistare posizioni al nemico, nelle abili fasi controffensive.

Nel 1942 Rommel ritorno' operativamente all'attacco di Tobruk. Dopo uno scontro decisamente arduo, Tobruk cadde il 21 giugno del 1942, non senza un impegno estremo da parte tedesca e italiana. Si tratto' di un evento fondamentale, dal punto di vista strategico, in quanto poteva garantire alle truppe dell'Asse un vantaggio logistico notevole.

Tobruk era comunque destinata a cadere nuovamente in mano alleata, creando problemi non indifferenti a Rommel, la cui divisione riceveva a stento munizionamento e rifornimenti lungo una linea che attraversava quasi interamente il Nordafrica, nella sua energica spinta che lo avrebbe portato fino all'invasione dell'Egitto, dove avrebbe dovuto arrestare l'avanzata di fronte al numero dei pur deboli carri di produzione Americana, paese entrato nel conflitto dopo i fatti del Pacifico, carri ceduti alle truppe britanniche di Montgomery, subentrato al comando.

Tobruk era stata una conquista importante, ma il senno di poi costringe ad ammettere che era impossibile da tenere per le truppe dell'Asse, soprattutto per la presenza della Royal Navy e per il costante apporto logistico di Malta.

C'e' una Tobruk, nella mia vita, una Tobruk che la mia Settima Panzer assalta a costo di gravi perdite, che viene conquistata e poi perduta, strategicamente importante ma solo in potenza, e tatticamente utile solo in apparenza: ad ogni conquista non puo' seguire il vantaggio strategico perche' non vi sono le condizioni per poter attingere ai frutti della mia Tobruk, e infine essa viene persa, con smacco tattico.

Eppure rimane un chiodo piantato nella mappa delle operazioni della mia mente, un tormento impossibile da cancellare, come fu per Rommel, che pur diede prova della propria genialita' tattica anche nel fallimentare primo assedio, ricacciando gli attaccanti alleati.

E ogni anno, come fu nell'estate del '42 per Rommel, si torna alla carica, ingaggio la mia Tobruk: ma panzer e cannoni da 88 mm possono al massimo piegare per qualche mese la “citta' destinata a cadere”. E se nel mentre la mia vita veleggia verso lidi tranquilli e accoglienti, come fu per Rommel durante la gloriosa invasione egiziana, rimane ancora Tobruk, mille miglia piu' indietro, a trascinare il generale maggiore nella malinconia e nella rabbia dell'impotenza, nelle notti solitarie spese da soldato nelle proprie tende, agitate dallo Shamal temporalesco di nordovest.

Non commettero' l'errore di Rommel, non sperero' che Berlino renda possibile la caduta definitiva della mia Tobruk: sono al corrente del fatto che non e' il valore di chi difende la cittadella che la rende imprendibile, bensi' la menzogna che la circonda.

La menzogna che rese Tobruk cio' che fu per Rommel nasceva dall'ipocrisia dello stato maggiore tedesco nei confronti dell'atteggiamento da tenere nei confronti di Malta, semplificando al massimo.

Le menzogne che rendono la mia Tobruk impossibile da prendere, tenere o distruggere, traggono la propria linfa dall'ignoranza e dalla buona fede di certi, e soprattutto dalla maligna devozione al falso di Tobruk stessa.

Sara' mia compito garantire alla mia ipotetica Settima Panzer un successo, quando sara' il momento: se mai capitera' di nuovo, e ancora la mia Tobruk crollera' sotto il ferro dei miei cingolati, allora, non ripartiro' per il mio Egitto in cerca di gloria, ma rimarro' a Tobruk quanto basta per svelarne le menzogne, e Malta non sara’ risparmiata.

Quando questo sara' fatto, Tobruk cessera' di rappresentare un incubo per le mie notti, tornando ad essere cio' che e': il ricordo di un trascorso in un porto dolce, ma ridotto ormai un cumulo di fumanti macerie trasudanti l’odore della morte e del passato che si decompone, dolciastro.

Allora l'Egitto potra' essere mio o meno, ma in ogni caso muovero' con la mente libera dagli spettri di cittadelle mendaci che incalzano le mie retrovie, e con l'immagine chiara in mente di una roccia, una lapide su Tobruk, che ricordi a chi la veda cosa possa significare assediare il vento della menzogna.

E al generale maggiore Erwin Rommel, il massimo rispetto ed onore per le operazione della sua Settima Panzer.

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